Nata a Livorno, Kiki Franceschi e si è laureata in lingue all’Università di Pisa. Distintasi da subito nell’ambito pittorico, aderisce nel 1981 all’Inismo e alla poesia sonora, approdando così a una nuova visione del segno pittorico, intimamente connesso alla sfera vitale dell’esperienza. Ha all’attivo quaranta mostre personali e collettive; cui si aggiunge la trasmissione radiofonica di numerose poesie sonore, al principio degli anni Novanta, alla Radio Nacional de España.
È anche poeta, scrittrice e saggista (ricordiamo i suoi studi su Mary Shelley e sul gruppo Berenson, apparsi sulla rivista «Berenice» e nel volume La Perturbante, curato da Eleonora Chiti, Monica Farnetti e Uta Treder).
Approda alla scrittura creativa nel 1991, con Giornale, cui seguiranno i titoli Segnali da nessun luogo (1997), Fontechiara e dintorni (2000), Divorare l’infinito (2001), Riflessi da fortezza assediata (2002), Isola (2003), Sono fuori del tempo i fatti umani (2012), Non c'è tempo per il tempo (2016).


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